Chris Struck lavora da vent’anni nel settore della ristorazione e ha conseguito la Laurea in Culinary Arts & Food Service Management presso la Johnson & Wales University e un Executive MBA in Food Marketing presso la Saint Joseph’s University.

Ha ottenuto poi certificazioni del settore dal Wine & Spirits Education Trust (WSET), dalla Society of Wine Educators, dalla Court of Master Sommeliers e dalla Deutsche Wein und Sommelierschule di Coblenza, in Germania.

Durante la sua esperienza nei ristoranti di New York ha collaborato con Craft, Racines NY, Union Square Cafe e Ilili, dove ha recentemente ricoperto il ruolo di Beverage Director. Attualmente è ambasciatore a New York per i Vini dell’Alto Adige.

Oltre a lavorare come sommelier e consulente, Struck ha tenuto corsi di Beverage & Marketing come docente a contratto per il Dipartimento di Hospitality Management presso il CityTech Campus della City University of New York (CUNY) per cinque anni. In precedenza, è stato direttore del programma della più antica scuola di vino d’America, la Sommelier Society of America.

Liz Nicholson è cresciuta nei sobborghi di Chicago, Illinois, prima di trasferirsi a New York City per completare una laurea in Apparel & Textile Design. Nonostante la sua passione per la moda, l’attrazione per l’ospitalità, i ristoranti e il vino è diventata rapidamente una strada da seguire.

Presso 'inoteca, un wine bar italiano nel Lower East Side, Liz si tuffa e si ripromette di padroneggiare l’intera carta dei vini, una vera e propria bibbia del vino italiano. In pochi anni è stata promossa da assistente Wine Director a Beverage Director. Nel 2009 ha trascorso un periodo di viaggio attraverso l’Italia, partecipando alla vendemmia e visitando i produttori di ogni regione esclusa la Sardegna. Questo “Giro d’Italia” l’ha aiutata ad acquisire il ruolo di Beverage Director al Maialino, recentemente inaugurato da Danny Meyer, dove si è fatta conoscere per i suoi programmi tematici al bicchiere che mettono in risalto diverse regioni e vitigni italiani.

Dopo più di tre anni al Maialino, Liz si è trasferita nei quartieri alti per guidare il team di Sommelier del Marea nel 2013. Durante questo periodo, lo chef Michael White ha ottenuto due stelle Michelin, dandole l’opportunità di aprire e condividere alcuni dei più grandi vini del mondo.

Nel 2017 Liz ha rilevato Frankly Wines, un punto di riferimento a Tribeca, e due anni dopo ha ampliato il negozio per servire una clientela - e un inventario vini - in crescita! Nonostante le sfide degli anni successivi, Liz e il suo team affiatato hanno fatto crescere la propria impronta nell’isolato fino a creare, nel 2022, un’enoteca gioiello che porta il nome di sua nonna Della. Lo spazio compatto di Della ospita un’impressionante lista di vini a rotazione, una notevole selezione di formaggi e menu che strizzano l’occhio alle sue origini di Chicago e al patrimonio italiano.

Liz risiede a Lower Manhattan e spesso la si può trovare a riempire un bicchiere dietro il bancone del Della’s o a consigliare bottiglie al Frankly.

Miguel de Leon è un professionista del vino di base a New York City con oltre due decenni di esperienza nella ristorazione. Attualmente, Miguel è Wine & Beverage Director presso il Pinch Chinese, un ristorante che offre cucina cinese tradizionale e vini naturali a SoHo (Manhattan), e Wine Director di Strange Delight, un ristorante che serve frutti di mare in stile New Orleans a Fort Greene (Brooklyn). È stato il primo a ricevere il premio Sommelier dell’anno della Guida Michelin nel 2021; tra i suoi altri riconoscimenti in campo enologico menzioniamo le inclusioni nella lista “75 People Building a Better Drinks World” di Imbibe Magazine, nel 2021, tra i finalisti del “Wine Enthusiast Awards” come “Wine Director of the Year”, nel 2020, e nella “Wine Enthusiast Future 40 Inaugural Class” nel 2022.

Oltre ad occuparsi di vino e ristorazione, Miguel scrive per PUNCH, una rivista web incentrata sul trade, con particolare attenzione all’enologia americana, alla giustizia sociale, alla politica sugli alcolici e alla produzione a intervento minimo. Nel 2022, il suo saggio autobiografico sulla decolonizzazione e il razzismo nell’industria del vino gli è valso un James Beard Foundation Media Award per il Longform Personal Essay. Il suo lavoro è apparso anche su Bon Appétit, Eater, Food & Wine Magazine e Wine & Spirits Magazine; è stato citato, tra gli altri, dal New York Times, Bloomberg e New York Magazine.