L’Intelligenza Artificiale generativa sta rivoluzionando il marketing in molti settori, e il settore vitivinicolo non rimane indietro. A wine2wine Business Forum, la giornalista Felicity Carter ha presentato i rischi di un potenziale uso eccessivo dell’IA; se da un lato questi strumenti offrono efficienza e analisi basate sui dati, dall’altro le aziende devono preservare la propria voce e autenticità.
Creazione di testi: si AI, ma con un supporto umano
Secondo Carter, l’IA può semplificare la creazione di contenuti e l’analisi di mercato, ma un’eccessiva dipendenza da testi generati automaticamente può portare a messaggi impersonali e poco coinvolgenti. Con i motori di ricerca come Google che premiano l’originalità, l’IA deve essere affiancata da una guida esperta per evitare che i brand si uniformino invece di distinguersi.
Raccomandazioni personalizzate: funzionano?
Per quanto riguarda la personalizzazione delle raccomandazioni, l’AI è in grado di elaborare grandi quantità di dati, ma fatica a cogliere la complessità sensoriale delle preferenze enologiche. Gli attuali sistemi di sommelier virtuali spesso non riescono a offrire suggerimenti veramente su misura, dimostrando che la competenza umana resta insostituibile.
L’AI offre opportunità straordinarie per il marketing e la gestione del vino, ma l’approccio deve essere equilibrato: i brand che sapranno integrare l’AI senza perdere autenticità e competenza umana saranno quelli meglio attrezzati per il successo in un panorama digitale in continua evoluzione.
Felicity Carter
Felicity Carter è fondatrice del podcast “Drinks Insider” e direttrice editoriale di Areni Global a Londra. In passato, è stata Founding Executive Editor di The Drop presso Pix, consulente editoriale per Liv-ex e redattrice capo di Meininger’s Wine Business International. Il suo lavoro è stato pubblicato su testate come The Age, Sydney Morning Herald e The Guardian USA.