“Il grande apprezzamento all’estero di alimenti e bevande italiani continua a crescere e a rendere
sempre di maggior interesse per le aziende rafforzare la propria presenza nei mercati stranieri – dichiara Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo.
- A servizio di questo sviluppo e della competitività, abbiamo destinato 20 miliardi di euro al comparto
grazie all’accordo siglato con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle
Foreste, insieme a Cassa Depositi e Prestiti. Un intervento a cui si accede grazie a linee di
finanziamento come Crescita Agri, parte dell’iniziativa Il tuo futuro è la nostra impresa, dedicato
a investimenti in azienda modulabili sul ciclo produttivo della filiera di appartenenza per soluzioni
di efficientamento energetico e crescita internazionale”.
Un’impostazione emersa anche nel convegno organizzato a Vinitaly lo scorso aprile dalla Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo sul tema “Filiere di internazionalizzazione. Le imprese italiane tra vecchi e nuovi mercati”.
Le esportazioni
Con la diffusione del Monitor dei Distretti Agroalimentari, pubblicato nei giorni scorsi e curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, viene confermato il bilancio positivo delle esportazioni nel 2023 dei distretti agroalimentari italiani, che chiudono con quasi 27 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri e un progresso del 4,5%, corrispondente a quasi 1,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Un risultato in linea con quanto registrato dal totale export agroalimentare italiano, che ha segnato un +5,8% (i distretti ne rappresentano il 43%).
I mercati di riferimento
La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari: il
rallentamento dell’economia tedesca nel 2023 non ha ridotto le vendite verso questo mercato, raggiunge un +6,7% nel 2023. Chiudono invece in territorio leggermente negativo i flussi verso gli Stati Uniti (-1,4%), mentre crescono in Francia (+7,5%) e nel Regno Unito (+6,6%).
Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali
agroalimentari, segnano nel complesso un progresso del 2,9%.
Il vino
L’unica filiera che mostra un segno leggermente negativo nell’evoluzione annuale è quella del vino, che recupera parzialmente nell’ultimo trimestre del 2023 e realizza nel complesso dell’anno solo un lieve calo in valore (-0,7% rispetto al 2022), determinato soprattutto dall’arretramento sui mercati nordamericani (Stati Uniti -7,4% e Canada -9%).
Tra i distretti, spicca positivamente la performance del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+4,3%), a cui si aggiungono i Vini e distillati del Friuli (+9,2%), di Bolzano (+6,6%) e di Trento (+2,3%). Soffrono invece tre grandi distretti, territori di produzione di importanti vini rossi italiani, i Vini di Langhe, Roero e Monferrato (-4,4%), i Vini dei colli fiorentini e senesi (-4,5%) e i Vini del veronese (-1,9%), tutti con marcati arretramenti oltreoceano, anche se bisogna rilevare che negli anni passati i buyer statunitensi avevano fatto importanti scorte di vino italiano, favorite anche da un dollaro forte e da un effetto cambio favorevole.
LINK AL MONITOR DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI